Si riparte da Roma

Anche se ho finito il quinto anno di studi e ho preso il diploma da Maestro, ritengo che ancora ci sia moltissimo, per non dire quasi tutto, da imparare di quest’Arte meravigliosa che è l’Ikebana Sogetsu.

Per questo motivo, con Ilaria (la mia amica maestra d’ikebana di Livorno) ogni due mesi andiamo a trovare il nostro gruppo di studio a Roma e con l’occasione perndiamo lezioni dai nostri Maestri Luca Ramacciotti e Lucio Farinielli.

E’ bello vivere l’atmosfera del gruppo e lavorare insieme, si trovano soluzioni creative che da sola forse non avrei trovato. Per me studiare ikebana è stato ed è un nuovo modo di vivere che mi sono scelta, che ho voluto fermamente e che mi impegno a mantenere con sempre rinnovata curiosità ed entusiasmo.

Devo dire che Luca Ramaciotti e Lucio Farinelli fanno veramente di tutto per organizzarci delle lezioni sempre nuove che stimolino la nostra fantasia e creatività.

Questa volta abbiamo affrontato il tema dello TSURIBANA, ma non in maniera “classica”, il nostro contenitore era formato da tre fialette di vetro.

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Tsuribana – Foto Luca Ramacciotti

La deicatezza dei fiori di pesco e del ranuncolo rosa mi ha conquistato e questo è stato il mio primo lavoro.

Il secondo ikebana realizzato è stato quello dal tema NARCISSUS. Il lavoro deve essere realizzato con un solo tipo di materiale.

In questo ikebana la primavera è arivata in tutto il suo splendore. I narcisi sono il fiore che più mi ricorda la primavera perchè i campi intorno a casa mia si riempiono di questi bellissimi fiori quando il freddo dell’inverno lascia il passo alla tiepida primavera.

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Narcissus – Foto Luca Ramacciotti

Il giorno dopo eravamo solo io, Ilaria, Luca e Lucio ma il tempo è volato. Abbiamo passato insieme delle bellissime ore lavorando e confrontandoci sui lavori prima, durante e dopo la realizzazione.

Come lo scorso anno avevamo fatto a Viareggio con Luca, abbiamo chiesto di poter realizzare degli ikebana che avessero come tema il CARNEVALE. Per questo ci è stato messo a disposizine, oltre ai fiori e ai rami, una serie infinita di vasi (i loro vasi) e i materiali più disparati. Dai colori alimentari per colorare l’acqua, alle strisce di plastica fluorescenti portate dai loro vaggi in Giappone, le sferie di corda colorate comprate in argentina e qualsiasi altra cosa avessimo voluto basta chiederla, loro l’avrebbero tirata fuori dall’armadio.

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Carnevale – Foto Luca Ramacciotti
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Carnevale – Foto Luca Ramacciotti

Come ultimo lavoro il tema scelto era DRIED, BLEACHED OR COLORED MATERIALS. Mentre stavo scegliendo il vaso da utilizzare Luca è arrivato tenendo in mano il meraviglioso vaso di Jeff Shapiro smaltato da Sebastiano Allegrini. Vaso di una bellezza unica che devo dire perfetto per il tema che dovevo realizzare.

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Dried, Bleached or Colored Materialsvaso di Jeff Shapiro – Foto Luca Ramacciotti

Questo è un tema che amo molto, il contrasto tra i due materiali (secco e fresco) mi piace molto e non so, lo sento mio.

Come sempre ringrazio i Maestri Luca e Lucio per aiutarci a crescere percorrendo insieme la Via dei Fiori. Grazie alla mia compagna Ilaria, amica e compagna di studio con la quale condivido questo percorso. E grazie a tutti i membri del Concentu Study Group che incontro sempre con molta gioia.

La prossima sarà a Merano a fine Aprile, ma di questo abbiamo tempo di parlare.

A presto risentirci.

Una foto vale più di mille parole (cit.)

Da dove cominciare? Sabato scorso, in una calda giornata d’Aprile una rappreentanza del Concentus Study Group è arrivata a Firenze per assistere e partecipare alla dimostrazione da Maestro mia e di Ilaria Mibelli.

Lucio Farinelli ed Anne Justo da Roma, Luca Ramacciotti da Viareggio, Ilaria Mibelli da Livorno e Patrizia Ferrari da Merano (la nostra magnifica assistente non che prossima maestro d’Ikebana). C’erano anche cari amici e parenti, veramente tante persone e mi ha fatto molto piacere vederli tutti insieme per assistere a questo momento.

Luogo della dimostrazione il Tepidario del Roster nel Giardino dell’Orticoltura in una caldissima giornata di fine Aprile, uno scenario perfetto per la nostra dimostrazione, non potevo chiedere di meglio.

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Tepidario del Roster spazio conferenze (ph. Lucio Farinelli)
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Eccoci qua tutti insieme pronti per la dimostrazione

Dopo aver scaricato e sistemato il materiale per la dimostrazione eravamo morti dal caldo ma la tensione era tanta che quasi non lo sentivo più. E’ stata la nostra prima dimostrazione pubblica dove oltre a realizzare gli ikebana che avevamo concordato e studiato con Luca, dovevamo anche esporre la stroria dell’Ikebana (Ilaria) ed io quella della nostra scuola la Sogetsu.

Dopo una breve presentazione di Luca che ha spiegato chi fossimo, Ilaria ha cominciato a parlare ed io a realizzare il primo dei 5 ikebana che avrei fatto. Quando Ilaria ha finito il suo “racconto” ed io i miei ikebana è stato il suo turno, anche lei ha realizzato 5 ikebana con temi diversi dai miei ed io ho raccontato la storia della Sogetsu dal momento della fondazione ad opera di Sofu Teshigahara.
Di tanto in tanto Luca veniva in nostro aiuto aggiungendo particolari ed aneddoti, è stato molto bello e interessante per chi era ad assistere riuscire a capire il periodo storico e artistico che segue la nostra scuola.

Altermine di tutto c’è stata la consegna dei diplomi di Maestro da parte dei nostri Maestri Luca Ramacciotti e Lucio Farinelli.

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Patrizia, Lucio, Ilaria, io, Luca e Anne
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Io e Luca Ramacciotti (ph. Cristiana Viti)

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Una grande emozione, la goia e l’amicizia erano palpabili nell’aria, avevamo anche due amici fotografi ad immortalare questo momento storico (per me ed Ilaria) Rinaldo Serra e Cristiana Tofani. Sono stati fantastici! Con le loro immagini hanno reso “immortale” questo momento. Grazie di cuore.

Il giorno dopo ho accompagnato i maestri Luca, Lucio e Ilaria al Piazzale Michelangelo per la loro giornta turistica a Firenze e Patrizia alla stazione per tornare a Merano. Tra meno di un mese saremo tutti riuniti nuovamente per partecipare alla manifestazione Primavera Meranese ma di questo parleremo poi.

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Noi ed il DRAGO

Nel pomeriggio ci siamo ritrovati e dopo l’ultimo immancabile selfie insieme a “Drago” negli Orti del Parnaso. Ci siamo salutiati felici di aver vissuto questa bellissima esperienza insieme e pronti per la prossima avventura.

Le foto degli ikebana nel prossimo post, meritano un posto speciale nella mia storia d’ikebanista.

Antwerpen a/r (3:3) sulla via del ritotno

E siamo a Domenica ultima mezza giornata di lavoro. Per iniziare affrontiamo un tema richiesto da Luca. “Without kenzan”. In questo tema la difficoltà maggiore è quella di trovare il punto di equilibrio in cui il materiale rimane relativamente stabile nel contenitore senza nessun tipo di supporto. Una sfida veramente bella e avvincente. Osservare e “sentire” il materiale è un passo fondamentale per trovarne l’equilibrio, ci si deve mettere in “contatto” con esso e assecondarne l’andamento ma cercando di dargli nella posizione che si desidera.

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L’ultimo tema affrontato è stato “Materiale secco, colorato e fresco”. Per questo tema si devono abbinare in modo armonico due tipologie di materiali molto diversi. Lo scopo è quello di integrare i due materiali realizzando un’insieme unico nell’ikebana.

Ilse ha fatto una sola correzione al mio lavoro ma direi fondamentale, ha inserito il “baffo” che va verso l’alto dicendomi: “this is the life line” come darle torto, quella linea ha dato vita a tutto l’ikebana. Grazie Ilse.

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Concludo ringraziando Ilse è Ben per l’ospitalità ed i miei Maestri per avermi invitato a partecipare a questo bellissimo incontro. Abbiamo un anno ricco di appuntamenti (molto belli ed interessanti) con il Concentus Stady Group ma ci sarà modo di programmare una nuova visita ad Anversa.

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Aspettando il treno in stazione ad Anversa

Ogni fine ha un nuovo inizio

Lo scorso 23 Dicembre noi del gruppo di Livorno abbiamo fatto l’ultimo incontro dell’anno (e del corso anche se io ed Ilaria finiremo ufficialmente a Gennaio a Roma) affrontando una lezione tecnica e poi la visione del DVD di aggiornamento che ha inviato la Sogetsu.

Anche se abbiamo finito il percorso dei cinque anni di studio le lacune da colmare sono sempre tantissime e sicuramente la tecnica non si finisce mai d’imparare. Tutte noi sappiamo cos’è un Soegi-dome o un Jumonji-dome ma tra saperlo e realizzare un perfetto ikebana al contrario (come si fa nelle dimostrazioni) è tutt’altra cosa. Pensavo di essere più capace ed invece mi sono scontrata con una realtà che credevo di aver già assimilato. Questo per dire che non è mai abbastanza quello che si studia. Penso che lo studio di quest’arte per me durerà tutta la vita. Ci sarà sempre qualcosa che non so e qualcuno più bravo che potrà insegnarmi qualcosa.

Ikebana di Natale

Fine anno e tempo di bilanci forse ho finalmente capito uno dei messaggi profondi dello studiare un’arte (e a maggior ragione un’arte giapponese), è quello che lo studio non si esaurisce con i quattro o cinque anni che servono per prendere il diploma, lo studio diventa un modo di vivere che sarà d’ora in poi il mio modo di vivere. Per questo si dice “camminare sulla via dei fiori” e non arrivare. L’importante è il cammino (andare avanti) senza fermarsi.

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Seasonal Table Decoration – Arrangement for table

A questo punto ringrazio tutti i compagni di viaggio che ho conosciuto fino ad ora e saluto chi non rivedrò domani. Tutti sono stati parte del mio cammino e sicuramente altri ne arriveranno. Un abbraccio speciale ai miei Maestri Luca Ramacciotti e Lucio Farinelli, un caloroso arrivederci a Ilse Beunen, Ben Huybrechts e Anne-Riet Vugts e Auguri di un radioso 2018 a tutti.

Ci rivediamo a Gennaio a Roma con Antonio Alessandria.

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Workshop con Antonio Alessandria

Imparare cose nuove

Nella foto di copertina c’è Ben Huybrechts, un grandissimo grazie per le bellissime foto dei nostri lavori che rimarranno per sempre un bellissimo ricordo.

Lo scopo di ogni lezione, corso, workshop è quello di imparare cose nuove con l’aiuto di persone qualificate. Chi insegna qualsiasi cosa deve essere in grado ti trasmettere il suo sapere per accrescere quello dell’allievo.
Questo è esattamente ciò che è successo nel doppio workshop tenuto il 14 e 15 ottobre a Roma con Ilse Beunen e Anne-Riet Vugts organizzato dal Concentus Study Group.

Come ho scritto nel precedente post, sono stati affrontati dei temi particolari ma anche molto stimolanti e creativi. Le due insegnati sono state fantastiche, ci hanno insegnato tantissime cose facendoci realizzaare dei bellissimi lavori.

Cominciamo con il primo workshop tenuto da Ilse sul tema del Wabi-Sabi.

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Il mio wabi-sabi – foto di Ben Huybrechts – vaso Sebastiano Allegrini

Avevamo a disposizione dei materiali favolosi e un fotografo d’eccezione, il risultato è quello che vedete, colori e forme d’autunno. Insieme al materiale secco dovevamo unire almeno un fiore fresco e quale fiore se non un girasole?. A pensarci bene anche la mia vittoria del terzo posto al concorso della Sogetsu è avvenuta con un ikebana in stile Wabi-Sabi. In effetti amo molto questo tema.
A questo link potete vedere i lavori di tutti i partecipanti WABI-SABI

Il secondo workshop della prima giornata è stato tenuto da Anne-Riet Vugts ed il tema era quello di costruire un contenitore utilizzando un tubo di plastica.

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Il mio ikebana – foto di Ben Huybrechts

Con questo tema ho capito che veramente con niente (un tubo di plastica e delle fascette da elettricista) riesci a realizzare qualcosa di diverso ed esteticamente apprezzabile, se hai delle buone basi di studio e preparazione.
A questo link trovate i lavori di tutti i partecipanti Container with Tubes.

Il primo workshop del secondo giorno, sempre tenuto da Ilse, è stato sul tema del Bamboo.

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Il mio ikebana con il bamboo – foto di Ben Huybrechts

Era stata mandata via mail una lista di attrezzature da portare quasi infinita e devo dire che sono serviti tutti. Il Bamboo è un materialie bellissimo che si presta a tante lavorazioni ma anche molto duro e difficile da tagliare senza gli strumenti adatti. Il mio progetto era leggermente diverso ma per motivi di tempo e difficoltà di lavorazione ho ripiegato su qualcosa di meno complesso da realizzare. Comunque mi sono divertita tantissimo e riproverò sicuramente a lavorare questo bellissimo materiale.
A questo link trovate i lavori di tutti i partecipanti sul tema del bamboo.

L’ultimo laboratorio è stato tenuto da Anne-Riet Vugts ed il tema era quello di realizzare un ikebana su uno stand di metallo.

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Il mio ikebana – tazza per cerimonia del tè di Sebastiano Allegrini – foto di Ben Huybrechts

La difficoltà in questo tema era quella di creare un ikebana che non sembrasse “infilzato” sullo stand ma fosse in equilibrio su di esso e riempisse in maniera armoniosa lo spazio circostante. Sebastiano mi ha chiesto di fotografarlo con la su bellissima tazza per la cerimonia del tè e l’insieme devo dire che mi pace molto.
A questo link trovate i lavori di tutti i partecipanti al laboratorio Arrangements on a Stand

Anche questa esperienza bellissima e ricchissima di emozioni è passata, ma ci stiamo già preparando per il prossimo workshop ad Ottobre 2018.

Wild plants

In qusta afosa e calda estate fiorentina, con un gruppo di amici rimasti in città, abbiamo cominciato a fare lunghe passeggiate in riva all’Arno. Ritrovo la mattina alle 7,00, unico orario in cui si poteva pensare di camminare senza stramazzare al suolo dopo pochi passi. In effetti, a quell’ora, si apprezzano cose che in altri momenti non si vedono più, gli aironi nel fiume che cercano il cibo, le paperine sulla pescaia a fare il bagno, le carpe che affiorano perchè butti del pane in acqua e …. le piante che crescono in riva al fiume che nonostante la terribile siccità di questa estate, crescono rigogliose a pelo d’acqua.

In effetti qualche settimana fà Ilse Beunen pubblicò sulla piattaforma di Ikebana e-courses un video su come utilizzare le piante che puoi trovare comunemente per strada per fare ikebana.

Using Material From Garden and Nature For Ikebana

Do you think your garden plants don’t produce the right kind of branches? Then these lessons will be helpful.

Con questa idea in mente una mattina mentre passeggiavo ho raccolto alcuni materiali dalla riva con il prezioso aiuto di mio marito Mauro e della mia amica Sabrina.

Via via che raccoglievamo le piante mi soffermavo ad osservare dove erano nate, come si “muovevano” nello spazio circostante e come interagivano con le piante vicine.
Ho trovato molto interessante una pianta che formava dei grovigli gialli alla base di altre piante, Mauro mi ha detto che si trattava di una pianta parassita, ho pensato che l’effetto in un ikebana sarebbe stato fantastico! Un intreccio naturale.

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CUSCUTA pianta parassita infestante

Tornata a casa ho realizzato il mio ikebana.
Ho scelto il suiban perchè si potesse vedere l’acqua che avrebbe ricordato in qualche modo l’Arno e ho sistemato il materiale come fosse ancora sulla riva del fiume.

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Maze-zashi – “Profumo d’Arno”

E’ proprio vero quello che dice Sofu Teshigahara nei “The Fifty Principles of Sogetsu – Beautiful flowers do not always make beautiful Ikebana”.

Ogni materiale ha una sua bellezza basta saperla vedere e valorizzare. Per questo ringrazio il mio Maestro Luca Ramacciotti che insegnandomi l’arte dell’Ikebana, mi ha anche insegnato, a guardare con occhi diversi la natura che mi circonda.

Ikebana Gourmet

Nel Concentus Study Group non si dorme mai!. Le menti creative dei Maestri Luca e Lucio sono sempre pronte a stimolarci con nuove sfide. Questa è l’ultima in ordine di tempo: realizzare un’ikebana ispirato al piatto di uno Chef.

Ci sono così arrivate una serie di fotografie bellissime di piatti stupendi. Ogniuna di noi ha scelto un piatto e ha cercato di interpretarlo al meglio. I bellissimi piatti sono dello Chef Matteo Torretta.

Vi metto anche il link al blog di Luca così potete vedere gli altri piatti e conoscere meglio lo Chef Torretta Il King e l’Ikebana Sogetsu

Io per un’affinità di colore ho scelto il piatto che vedete in copertina e ho cominciato a pensare come poter rendere questa immagini in un’ikebana. Si immagine, perchè come tutti, ho solo visto in fotografia il piatto.
Il processo creativo è cominciato con l’osservazione del piatto, mi sono chiesta: “cosa vedi?” Vedevo una forma quadrata stratificata, un colore dominante il giallo ocra, una foglia scura.
L’osservazione l’ho così tradotta in un disegno, dando indicazioni di forme e colori.

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Il disegno del piatto/ikebana

Poi sono passata a pensare con che materiali realizzare la composizione. Ho tagliato dei pezzi di legno quadrati, due di betulla e uno di legno scuro che ho spruzzato di bianco (questi mi servivano per dare il senso degli strati e della forma). Il vaso inizialmente lo pensavo trasparente ma poi mi sono ricordata di quello usato al Workshop con Akane Teshigahara in Belgio e mi è sembrato perfetto. Per i materiali avevo in mente dei fiori gialli e volevo dei girasoli ma pensavo di trovarli troppo grandi, arrivata dal mio grossista avevano dei mazzi di girasoli piccoli, perfetti!
Per la foglia rossa avevo in mente un’acero che è nel giardino del mio vicino e nottetempo sono andata a tagliare due rami.

La sintesi di tutto è questo ikebana.

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Ikebana ispirato al piatto di Matteo Torretta

Questa ovviamente è la mia interpretazione del piatto ma devo dire che, dopo il suggerimento del Maestro Luca Ramacciotti, rende l’idea e “funziona” con l’immagine del piatto.

E’ stato molto stimolante e creativo interpretare un piatto Gourmet, nel prossimo lavoro interpreteremo un sapore o forse uno stato d’animo, non so ma qualcosa inventeranno i due maestri del Concentus e io sarò feice di partecipare ad ogni sfida che ci proporranno.

The ikebana becomes us

Siamo tornati alla normalità ma ancora è vivo il ricordo dei 4 giorni passati con il “Gruppo vacanze Alto Adige”.

Questo è il secondo anno che organizziamo una gita collettiva all’insegna dello stare inseime, fare ikebana e divertimento.

Lo scorso anno eravamo a Nebbiù ospiti di Chiara e quest’anno a Merano ospiti di Patrizia. Il gruppo lo potete vedere nell’immagine di copertina. Da sinistra Ilaria, Francesco (marito di Patrizia) Patrizia, Lucio, Anne, Andrea (marito di Chiara), Chiara, io e Luca.

La formula sperimentata lo scorso anno si è ripetuta. Ci siamo ritrovati tutti a Merano a casa di Partizia e Francesco dopo un viaggio di circa 4 ore in auto da Firenze dove erano arrivati Luca, Lucio ed Ilaria con il treno.

Il venerdì mattina è stato dedicato alle lezioni di ikebana che abbiamo fatto tutti insieme nel giardino. Io e Ilaria abbiamo sviluppato dei temi del V livello che ancora non avevamo fatto.

Primo lavoro Improving Your Techinique “In a Suiban without Kenzan” un’evoluzione della tecnica rispetto al in suiban without kenzan fatta nel IV livello. Infatti questa volta niente rami ma solo fiori e foglie.

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Curcuma fiori e foglie

Secondo tema Relief Works qualcosa a metà tra un pannello decorativo e un ikebana. Non avevo mai realizzato niente del genere ma avevo disegnato uno schizzo e perparato i materiali quindi sapevo cosa fare.

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Pannello di legno verniciato, bamboo e craspedia

Il terzo lavoro è quello che ha ispirato il titolo del post. Renka (realizzato da: Lucio Farinelli, Patrizia Ferrari, Ilaria Mibelli, Chiara Giani, Silvia Barucci e Luca Ramacciotti)

In pratica si tratta di realizzare un’ikebana formato da tanti ikebana diversi, dove ogni persona che partecipa al lavoro mette la sua composizione in modo da armonizzarla con quella che già era pronta.

A me è toccato il penultimo step (il quinto). Ho realizzato un’ikebana che si staccasse dal gruppo ma al tempro stesso fosse in armonia con esso. Ho scelto dei materiali che amo molto per forma e colore (trachelium e gypsophila rosa) e un vaso di Patrizia bellissimo.

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Lucio, Patrizia, Ilaria, Chiara, Silvia e Luca

The ikebana becomes us!

Dopo questa splendida esperienza ci siamo rilassati alle Terme di Merano. Un posto da sogno, cena in montagna e serata a giocare a Sogetsopoli. (versione personalizzata del monopoli)

La mattina dopo si replica con una nuova sessione di studio. Tutti abbiamo scelto un vaso che Patrizia ci ha gentilmente prestato e con i materiali “avanzati” abbiamo realizzato il nostro ikebana.

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Bocca di leone e gypsophila rosa

Ci siamo ripromessi di continuare nel tempo questa bellissima “tradizione”. Vivere in gruppo almento una volta all’anno tre, quattro giorni di conviviale amicizia e studio dell’ikebana. Dedicarsi ad un arte è anche vivere insieme alle persone che hanno il tuo stesso interesse in armonia e divertimento.

Per i prossimi anni, la mente vulcanica del Maestro Farinelli, ha dato degli spunti niente male, ma ne parleremo a suo tempo.

Grazie a tutti per il bellissimo ricordo che porterò sempre con me.

Hito-Te-Ma

Tra le mani di due esseri umani

Oggi nella piazza di Fiesole si è tenuta la “Festa della Ceramica” organizzata dall’associazione “Cobalto”. Conosco questa associazione perché qualche tempo fa mi sono fatta fare un vaso da Umi Amanuma ceramista giapponese di grande talento.

Ceramiche di Umi Amanuma

Girando per la mostra mi sono fermata ad una stand dove non c’erano ceramiche esposte ma pezzi di creta in terra, disposti a formare un disegno. Molto curioso e chiedo spiegazione.

In pratica veniva replicata una performance di un artista giapponese (ancora Giappone nella mia vita) Shioya Ryota che all’indomani del disastro nucleare di Fukushima, ha ideato HitoTeMa. Questo consiste nello stringersi la mano tenendo nell’incavo tra pollice ed indice una piccola palla di argilla. Il risultato sono piccole opere rappresentanti calchi di strette di mano.

HitoTeMa ha un duplice significato: “Hito” significa pezzo di e “Tema” significa tempo o lavoro. Così “Hito-Tema” significa solo con un pezzo del lavoro.

Ma “Hito” significa anche esseri umani, “Te” significa mani, “Ma” significa tra. Così “Hito-Te-Ma” significa anche tra le mani di due esseri umani.

Ho trovato questa cosa “geniale” e quindi ho deciso di lasciare anche la mia impronta 🙂

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La stretta
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il risultato
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il contributo all’opera
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visione d’insieme

Il mio amore per l’ikebana mi ha avvicinato all’arte della ceramica perché questa è parte integrante della composizione e apprendere di artisti come Shioya Ryota che realizzano opere che uniscono il “mondo” mi piace molto. Sarebbe bello fare una performance tipo questa anche con l’ikebana, non so,  una grande installazione in un luogo pubblico dove ogni visitatore possa aggiungere un pezzo che lo rappresenta. Alla fine avremo realizzato un ikebana del “mondo” con il contributo di tutti.

Mi piace! Ci penserò e nel caso realizzi qualcosa del genere vi chiamerò tutti per contribuire con un pezzo di voi alla realizzazione. Faremo un passo tutti insieme sulla via dei fiori.

L’occhio del Maestro

Qualche settimana fa andai con mia cognata dal grossista di fiori da cui mi servo prechè lei voleva comprare dei fiori recisi. Lasciai scegliere a lei i fiori che poi ci dividemmo e io li usai per realizzare un ikebana. Non avendo scelto io i fiori l’ikebana non era preparato ma dovetti “improvvisare”. Accolsi questa cosa come un ottimo esercizio per imparare qualcosa di nuovo.

Scelsi il vaso e cominciai a lavorare, quando mi ritenni abbastanza soddisfatta scattai la prima foto e la mandai al mio Maestro Luca Ramacciotti.

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Primo step del lavoro

Giustamente il Maestro mi fece notare che la massa aveva poco slancio e che avrei dovuto aumentare un pò la lunghezza della parte sinistra.

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Secondo step del lavoro

A questo punto Luca mi disse che andava bene e che potevo pubblicare il lavoro, ma nella mail aggiunse: “Per curiosità lo trasporti in un vaso alto e stretto?”

Presi un vaso alto, levai dal kenzan con due mani tutto l’ikebana così montato e lo misi nel vaso.

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Terzo ed ultimo step

Effettivamente il risultato è molto più bello, la massa acquista slancio e anche se è molto piena sembra delicata. Questo è l’occhio del Maestro!

Luca non ha detto che il mio lavoro non era bello o che non andava bene, mi ha solo chiesto di fare una prova e poi il risultato è stato evidente anche ai miei occhi. E’ in questo modo che si insegna e si fa crescere un allievo, aiutandolo a capire.

Grazie Maestro!